Le donne dell'orchestra rossa by Jennifer Chiaverini

Le donne dell'orchestra rossa by Jennifer Chiaverini

autore:Jennifer Chiaverini [Chiaverini, Jennifer]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


37

Dicembre 1936-gennaio 1937

Sara

Dieter aveva svolto un ruolo talmente irrilevante negli aspetti principali della vita di Sara che, quando finalmente sparì davvero, le giornate trascorsero quasi come al solito, invariate se non per il piccolo nodo di dolore e di rabbia che le stringeva il petto ogni volta che i pensieri volavano a lui.

Meno male che con il passare del tempo accadde sempre più raramente.

Sara sapeva che sarebbe stata meglio senza una persona così influenzabile dal punto di vista morale. Sapeva anche di essere stata fortunata ad aver scoperto il micidiale difetto del suo fidanzato prima di sposarlo. La verità era che il dispiacere più grande era la perdita del dottorato.

Ascoltando il consiglio di Mildred, si era procurata i documenti necessari per trasferirsi, un giorno, prima o poi, in un’università straniera. Continuò a studiare e a lavorare alla dissertazione, quasi ultimata, e iniziò anche un nuovo progetto di ricerca, un’analisi degli archetipi femminili nelle opere di Nathaniel Hawthorne. Sempre più spesso, tuttavia, riempì le ore aiutando Natan con il giornalismo investigativo, incontrando il gruppo di studio e distribuendo di nascosto i volantini di Greta al campus e nei caffè e librerie dei paraggi frequentati da studenti, dove grazie al suo aspetto si mimetizzava facilmente, non solo come universitaria ma anche come ariana. Le persone in carne e ossa non assomigliavano alle caricature degli ebrei sui manifesti nazisti, e i suoi capelli castano chiaro e gli occhi nocciola l’avevano protetta, fino a quel momento, dalle lunghe occhiate ostili e sospettose che spesso suo fratello attirava con i suoi occhi e capelli scuri e la carnagione olivastra.

Non di rado provava un doloroso senso di vuoto quando passeggiava per il campus dell’Università di Berlino, il sacro suolo che un tempo era stato come una casa e che ora l’aveva scacciata. Il rettorato poteva impedirle di sostenere gli esami e di discutere la dissertazione ma, finché fosse riuscita a spacciarsi per una studentessa, avrebbe continuato a tornare.

Era assolutamente certa che i volantini e gli opuscoli clandestini del gruppo fossero essenziali per smantellare il Reich. Il popolo indeciso e disinformato della Germania doveva essere messo al corrente degli orrori del fascismo. Gli ambivalenti e i riluttanti dovevano essere avvisati che sarebbero stati vittime delle stesse tattiche usate per perseguitare gli ebrei, i comunisti e i rom. Gli antifascisti che si sentivano sempre più isolati e impotenti dovevano sapere che non erano soli. E gli oppressi dovevano essere consapevoli di avere degli alleati persino nel paese che li aveva rinnegati.

I suoi genitori non avevano idea di come passasse le giornate. Sapevano che studiava e che aiutava Natan, ma per il resto non le chiedevano di rendere conto delle sue attività. Forse rispettavano il fatto che fosse una donna adulta, in grado di prendere le proprie decisioni. Forse pensavano che qualunque cosa facesse andasse bene, purché non ciondolasse per casa con l’aria depressa, piangendo sulle vecchie lettere di Dieter.

Una volta, sua madre le domandò se avesse preso in considerazione l’eventualità di cercare lavoro. «Ne accetterei uno se trovassi qualcosa di adatto» rispose Sara, sincera.



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